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museo mafia

http://www.beniculturali.it/mibac/multimedia/MiBAC/documents/1306929484370_05b_Museo_della_Mafia.pdf

Museo il cui logo (una Sicilia Insanguinata) è stato ideato da Oliviero Toscani, la sua creazione è stata curata da Nicolas Ballario (che si è occupato della direzione artistica), da Cesare Inzerillo (che ha curato gli allestimenti e la progettazione), e da Elisabetta Rizzuto (che si è occupata del coordinamento generale).
 
Il percorso del Museo inizia con dieci “cabine elettorali” che ripropongono i diversi aspetti legati agli elementi di Cosa Nostra (le stragi, il rapporto della Mafia con la religione, le intimidazioni, la gestione dell’energia e dell’acqua…per poi arrivare a temi come il carcere, il ruolo della famiglia, la politica, l’informazione e la sanità).
 
Il Museo prosegue poi con la sala chiamata “Palermo felicissima”, nella quale Cesare Inzerillo ha riprodotto un vero e proprio abuso edilizio che culmina nella mummia di un morto ammazzato dalla mafia incastonata in un pilone di cemento. Ai lati del tunnel si trovano da una parte le fotografie della Palermo devastata dall’edilizia abusiva, mentre dall’altro sono posizionate le immagini di quando era considerata una tra le città più belle del mondo.
 
Di seguito si trova la Sala dell’Abusivismo Edilizio, sala allestita con mummie di Inzerillo che rappresentano i cadaveri legati a Cosa Nostra, ancora aggrappati ad una vita presunta. Nelle sale successive, un labirinto conduce alla “Sala della Cronostoria”, in cui è riprodotta cronologicamente la storia di Cosa Nostra. Una serie di pannelli riproducono le prime pagine dei quotidiani che riportano i più significativi eventi degli ultimi 150 anni di Mafia.
 
All’interno del Museo si trova poi la “Sala delle Pale Eoliche”, in cui al posto del pavimento è posizionato un manto erboso, e sulle pareti vengono proiettati i paesaggi devastati dall’eolico, impresa in cui la mafia ha potuto espandersi indisturbata. Tre sale sono dedicate alle mostre temporanee, tra queste la mostra di Gaspare Mutolo, uno tra i più importanti pentiti della storia di Cosa Nostra, che attraverso dieci opere racconta la Sicilia vista da mafioso prima, da carcerato poi, e infine da uomo libero. In una intervista riprodotta all’interno del Museo, Mutolo racconta dei quadri che dipingeva a nome del boss Luciano Liggio. Al termine del percorso, nella sala espositiva del Museo, sono proiettati documentari e interviste dei protagonisti della storia di Cosa Nostra. 

 
In occasione della 54. Esposizione Internazionale d’Arte della Biennale di Venezia,
il Museo della Mafia è riprodotto negli spazi del Padiglione Italia in Arsenale. 
Progettato per essere itinerante, il Museo sarà ospitato in numerose città d’Italia e all’estero.